N° 45
(PARTE SECONDA)
PROLOGO
Pensavi fosse una buona
idea Jack: metterti un costume bianco rosso e blu ad imitazione del tuo idolo
Capitan America. Hai perfino tinto i tuoi capelli con i colori della bandiera
in un impeto di entusiasmo. Avevi dei buoni motivi, o così credevi. Dopotutto
tuo fratello era rimasto paralizzato dopo essere stato picchiato da due
criminali e metterti a combattere il crimine sembrava la scelta più logica e
dopo che avevi accidentalmente acquisito una sorta di superforza, tutto
sembrava più facile.
E allora cosa è andato
storto? Che ne è stato del tuo sogno Jack? Chi lo ha pervertito trasformandolo
in un grottesco incubo?
1.
Il giovane dall’abito
nero e gli occhiali scuri entra con passo sicuro nella sede del F.B.S.A.[1] a
Georgetown, Distretto di Columbia. Un uomo di guardia lo scruta con diffidenza
e gli si para davanti.
-Mi scusi…- gli dice -… non può entrare senza
passare al metal detector.-
Il
giovane non cambia espressione, ma colpisce la guardia col taglio della mano
così velocemente che l’uomo non può neanche fare una mossa, poi estrae una
strana pistola e spara dei raggi che abbatono tutti i presenti.
A
questo punto si dirige verso gli ascensori. Entra in uno di essi e quindi
estrae un apparecchio che assomiglia ad un cellulare, lo appoggia alla
pulsantiera e subito dopo l’ascensore si muove verso il basso.
Bart
Gallows entra nel rifugio segreto che tempo prima aveva allestito a New York. .
Per sua fortuna ne ha preparati tanti in giro per tutti gli Stati Uniti ed ora
gli torna utile. Qualcuno ha cercato di ucciderlo e lui non ha intenzione di
fargliela passare liscia. Sono quelli che lo hanno rapito e gli hanno fatto il
lavaggio del cervello, ne è sicuro. Non riesce a ricordare ancora tutto, ma non
importa: la memoria tornerà presto, ne è certo. Nel frattempo lui deve fare
qualcosa. Finisce di mettersi il costume fatto ad imitazione di una divisa
della Polizia, si fissa la maschera al volto e si infila il berretto sulla
testa.
Americop
è tornato.
Steve
Rogers osserva la piccola Shannon che gioca sul pavimento e sospira. Com’è
fortunata alla sua età-: non ha preoccupazioni o affanni, non come noi adulti
che viviamo vite troppo complesse.
Rivolge
il suo sguardo a Sharon, che ha ascoltato la spiegazione degli eventi che lo
hanno visto protagonista negli ultimi tempi[2] con
un misto di irritazione, scetticismo ed infine interesse sempre più crescente.
-Quindi Bucky è vivo?- esclama sorpresa -E ne
sei sicuro stavolta? Sei davvero certo che non è una macchinazione di uno dei
tuoi vecchi nemici come le altre volte?-
-Nick ne è sicuro e lui si sbaglia di rado e
poi io stesso l’ho incontrato ed è lui, ci scommetterei la vita.- replica Steve
–A quanto pare, Nick o sospettava da tempo, ma solo ora ha avuto la prova
definitiva ed allora ha chiamato me. Non gliel’ho chiesto, ma probabilmente
quando mi ha chiesto di occuparmi del sedicente Teschio Rosso degli Anni 50 già
sospettava che potessi imbattermi in lui.-
-Il Soldato d’Inverno.- mormora Sharon –Era già
una leggenda quando ero ancora una recluta. All’epoca si pensava che non
esistesse o che fosse solo il nome in codice di una serie di agenti selezionati
della SMERSH[3] e altre organizzazioni similari.
Ogni assassinio politico che faceva comodo ai sovietici di cui non si riusciva
a scoprire l’esecutore si attribuiva a questa specie di fantasma. Invece
esisteva veramente. Da non credere: Bucky Barnes trasformato in killer
implacabile. Ibernato e risvegliato all’occorrenza per oltre sessant’anni.
Povero ragazzo.-
Steve
annuisce con espressione triste.
-Dicono che col crollo dell’Unione Sovietica è
rimasto dimenticato in qualche installazione finché, di recente, qualcuno non
ha pensato di risvegliarlo di nuovo per i suoi loschi scopi.-
-Gente come il Generale Zakharov, intendi? Ho
sentito parlare di lui e non erano storie che vorrei che mia figlia sentisse.-
-Già. Tutto questo deve finire, Sharon, voglio
trovare Bucky e liberarlo una volta per tutte. Voglio che ritorni ad essere
quello di un tempo.-
-Non so se sarà possibile. Anche se lo
liberassi dal condizionamento, dovrà pur sempre convivere con quello che gli
hanno fatto fare. Non sarà mai più il ragazzo spensierato che hai conosciuto,
Steve.-
-Lo so, Sharon. Lo so fin troppo bene, ma non
posso restare a guardare. Per questo ho accettato la proposta di Nick di
formare una sorta di squadra segreta per dare la caccia al Soldato d’Inverno.
Ho carta bianca nella scelta dei membri e voglio che tu ne faccia parte, che
sia il mio braccio destro.-
-Io? Sei sicuro che sia una scelta saggia?
Voglio dire: non possiamo dire di essere in buoni rapporti adesso.-
-Lo so. Ci sono cose che non sai se potrai
perdonarmi e cose per cui io non sono certo di poter perdonare te, ma di una
cosa ero e sono ancora sicuro: posso fidarmi di te Quello… quello che è
successo ultimamente… il coinvolgimento di Bucky mina la mia serenità di
giudizio. Ho bisogno di qualcuno che guardi la cosa con obiettività e magari un
pizzico di cinismo. Qualcuno che non abbia paura di contraddirmi e quella puoi
essere solo tu.-
Sharon
rimane turbata da quest’ultima affermazione. Esita prima di rispondere:
-Io… ci penserò, Steve.-
-Non chiedo altro.- è la pacata replica di lui.
2.
L’aereo atterra
all’aeroporto J.F.K. di New York. Un viaggio verso uno dei migliori hotel di
New York su una limousine aziendale ed il Presidente della Kronas Corporation
Aleksandr Vassilievitch Lukin è arrivato a destinazione e può rilassarsi.
Si
sta versando un brandy, quando il suo assistente Lev Ilich
Kuriakin gli si rivolge:
-Sempre convinto di
non stare facendo il passo più lungo della gamba, Alek?-
-Apprezzo la tua
prudenza, Leon…- replica Lukin -… ma ormai è troppo tardi per tornare indietro,
non credi?-
-Non è mai troppi
tardi in affari come questi, dovresti saperlo Alek. Archivialo come un
investimento sbagliato e non pensarci più.-
-No, vecchio amico:
ho messo troppo in moto per rinunciare ora. Sarai dalla mia parte comunque?-
-Non devi neanche
chiederlo, Alek, resterò al tuo fianco fino in fondo, lo sai.-
-Si… so di poter
contare su di te. Ora rilassati: abbiamo tempo prima della prossima mossa.
Godiamoci i lussi che questo paese, che una volta chiamavamo decadente ci
offre. Ai problemi penseremo più tardi.-
Ma Leon è tutt’altro che persuaso.
Poco importa, perché prima non mentiva: starà al fianco del suo amico fraterno
qualunque cosa accada.
Gli allarmi suonano tutt’intorno a
lui quando il giovane che era Jack Flag esce dall’ascensore al livello
desiderato. Lui non se ne preoccupa: ha una missione da compiere e la sua vita
non è importante, solo la missione.
Abbatte chiunque gli si para davanti
con notevole facilità, grazie anche alla sua strana pistola, poi giunge davanti
alla porta che cercava e le sferra un poderoso calcio.
Steve Rogers si alza dal comodo
divano e guarda verso la piccola Shannon ancora intenta a giocare, tranquilla,
beatamente ignara dei conflitti che si svolgono nel mondo intorno a lei.
-Cosa sa di… di suo
padre?- chiede a Sharon.
-Le ho detto che era
dovuto andare lontano.- risponde lei quasi sussurrando, poi aggiunge con voce
sferzante –Se le avessi detto che era morto avrei comunque detto la verità, non
è vero?-
Sul volto di Steve un velo di
tristezza mentre replica:
-Verità? Qual è la
verità, Sharon? Tu mi hai tenuto nascosta la sua esistenza per anni. Se avessi
saputo, forse le mie decisioni sarebbero state diverse, non ci hai pensato?-
-Tutti noi facciamo
delle scelte e dobbiamo imparare a conviverci. Forse ho sbagliato, ma ho fatto quel
che credevo giusto. In quel momento pensavo, e forse lo penso ancora, che il
nostro mondo non fosse il posto giusto per una bambina. Ho dovuto cambiare
idea, ma non posso cambiare il passato.-
-Nessuno di noi può
farlo, Sharon, possiamo solo imparare a conviverci.-
Steve si china presso la bambina e
la prende in braccio. Stupefacente come lei lo abbia accettato subito, pensa
sua madre, di solito non si fa mai prendere in braccio da estranei, ma con lui
è entrata immediatamente in sintonia. In fondo non ne è sorpresa.
-Ora devo andare,
piccola.- sta dicendo lui.-ma tornerò presto a trovarti… se la mamma me lo
permetterà.-
-E mi porterai una
bambola?- chiede innocentemente Shannon.
Steve ride divertito.
-Perché no? Mi sembra
un’ottima idea.-
-Dove vai adesso,
Rogers?- chiede Sharon.
-Torno a New York-
replica Steve –Ho ancora alcune cose da fare, persone da vedere e omaggi da
tributare. Non sei la sola ad avere fantasmi che ti tormentano.-
-L’amavi davvero?-
Steve la guarda restando in silenzio
per qualche minuto, mentre con gli occhi della mente rivede le immagini di
Connie Ferrari.
-Volevo sposarla.-
risponde
E questo chiude la faccenda, pensa
Sharon. Steve s’incammina per il viale d’ingresso sino a raggiungere un’auto
parcheggiata lì vicino. Si ferma un attimo prima di salirvi come se aspettasse
qualcosa, ma nulla accade, allora lui sale a bordo e parte.
Sharon resta a guardarlo finché non
rimane che la polvere sollevata dall’auto, quindi chiude silenziosamente la
porta.
3.
Quando l’allarme comincia
a suonare sono ben cinque le figure che indossano un costume a tema patriottico
a muoversi e così quando il poderoso calcio del nuovo venuto sfonda la porta,
sono preparati, anche se, a dire il vero, non si aspettavano che succedesse
tutto così in fretta. Il loro nemico è un tipo determinato e veloce. Nella sua
mano una strana pistola che spara raggi azzurrognoli
Spirito Libero vede Capitan America
sollevare prontamente lo scudo e contemporaneamente spingere a terra American
Dream. Il Maggiore Libertà salta addosso all’intruso solo per ricevere una
ginocchiata sul mento e rotolare a terra.
Il nuovo arrivato punta la sua
pistola contro Spirito Libero. Non pensa ad altro che al suo bersaglio.
Cathy Webster guarda quel viso senza
espressione i cui occhi sono nascosti dagli occhiali scuri a specchio ed un
lampo di comprensione si accende nei suoi occhi.
-Tu… Jack… sei tu?-
-Addio Cathy.- è la
sola risposta dell’altro mentre si prepara a sparare.
Nella stanza accanto, non appena
udito il trambusto, J. William Mace si alza istintivamente.
-Resta fermo al tuo
posto. Ti conviene, dammi retta.-
A parlare è stato il misterioso individuo
che si fa chiamare Mike Rogers, che sostiene di essere un lontano parente di
Steve Rogers, nonché un killer implacabile al servizio della parte più oscura
del Governo sin dal 1942.
-Che ne sai tu?-
chiede Will Mace -Ci sei tu dietro tutto questo?-
L’altro sorride
-No.- risponde con
voce quieta -Se ho capito bene chi c’è la fuori, non è qui per me, ma per
quella ragazza, Spirito Libero. Il Progetto Ospedale sta tagliando gli ultimi
fili.-
-Il Progetto
Ospedale? Ma di che stai parlando?-
-Di un progetto
ultrasegreto per creare superassassini, che altro?-
Con incongrua calma Will si siede di
nuovo davanti al prigioniero.
-Voglio sapere
tutto.- dice –Tutta la verità.-
-E sei davvero pronto
a conoscere la verità, ambasciatore?- ribatte l’altro sorridendo.
-Tu parla e lo
sapremo.-
Altrove, nel tormentato quartiere di
Harlem a New York, Sam Wilson si gode un volo nei panni di Falcon, quando un
rumore di spari attira la sua attenzione.
Rapidamente plana sul luogo da cui
provengono gli spari. Qualcuno ha assalito un ristorante. Quando riconosce il
posto e si ricorda a chi appartiene il ristorante, ovvero il Boss Morgan,
Falcon è tentato di volarsene via, ma quasi immediatamente gli viene in mente
cosa avrebbe detto il suo mentore Steve Rogers, specie sul fatto che tra i
clienti del ristorante ci sono sicuramente degli innocenti venuti lì solo per
consumare un pasto che non meritano di essere dei “danni collaterali" in
una guerra di bande.
Da quello che riesce a capire, una
delle gang latine di Spanish Harlem ha imbastito una spedizione punitiva contro
Morgan ed ha invaso il suo territorio. Poco importa chi siano o perché: tutto
questo deve finire adesso.
Piomba in picchiata contro un
gruppetto di assalitori e li scompagina facilmente. Le tecniche insegnatigli
dal primo Capitan America combinate con quelle che ha imparato sulla strada
durante i suoi anni giovanili gli permettono di aver facilmente ragione del
gruppo di fuoco e dove lui non è rapido ad arrivare, il suo falco, Redwing
giunge in suo soccorso, troppo veloce perché i “cattivi” riescano a centrarlo
anche una sola volta.
Falcon non fa distinzione tra i
membri della gang latina e gli scagnozzi di Morgan. Colpisce chiunque sia
armato. In breve, chi non è caduto è costretto a darsi alla fuga.
-Sembra che tu mi
abbia dato una mano stavolta, Falcon.-
A parlare è stato il Boss in
persona: Paul Hadley Morgan, impeccabile in un gessato nero. A lui non piace lo
stile gangsta sfoggiato dia suoi sottoposti.
-Ti brucia eh,
Morgan?- gli si rivolge Falcon –Hai messo una taglia sulla mia testa che finora
nessuno è stato capace di riscuotere ed ora arrivo a salvarti la pelle.-
-Ti devi confondere
con qualcun altro, “eroe”: io non metto taglie sulla testa di nessuno. Sono
solo un modesto imprenditore che fa solo il suo lavoro in una città violenta.-
-Queste cose
raccontale agli agenti del Fisco se ti va, ma io e te sappiamo benissimo come
stanno le cose, no? Ogni centesimo proveniente da qualunque affare illecito in
Harlem passa per le tue tasche,… ma non ti basta: vuoi allungare i tuoi
tentacoli su Spanish Harlem ed hai finito per pestare qualche piede di troppo.-
-Tutte illazioni: io
dico che sono le gang ispaniche di Spanish Harlem a voler allungare le loro
zampe su questo quartiere e quelli come te, difensore della legge, dovrebbero
badare a tenerli lontani, invece di lanciare accuse non provate ad onesti
imprenditori come me-
-Molto divertente,
Morgan. Ti conviene stare attento, però. La prossima volta potrei non passare
da queste parti. Oh, oh… sento arrivare la Polizia. Hai fatto sparire certa
roba dal tuo locali, mi auguro per te. Sarebbe imbarazzante per la tua
reputazione di onesto imprenditore se durante i rilievi della Scientifica
saltasse accidentalmente fuori qualche bustina di polvere bianca o qualche arma
non registrata.-
-Vai all’inferno,
Falcon.-
-Ora ti riconosco
Morgan. Ora scusami, ho da fare. Ci vediamo.-
Senza aspettare risposta Falcon
prende il volo.
-Vuoi che lo stendo,
capo?- chiede uno degli sgherri di Morgan.
-Non dire idiozie.-
ribatte lui -Non qui, in pieno giorno, con la Polizia quasi sul portone. Sono
circondato da completi imbecilli forse?-
Nemmeno lui aspetta risposte: scuote
la testa e rientra nel locale.
4.
Preso
di sorpresa o no, tu sei ancora Capitan America e sai che devi reagire. Getti
il tuo scudo davanti a Spirito Libero facendo sì che prenda tutto l’ìmpatto del
raggio sparato dall’intruso. Mentre ti rialzi pensi a come l’ha chiamato la tua
amica: Jack. Che sia davvero Jack Flag? Se è così, è evidente che è stato
condizionato, non è più padrone della sua volontà. Ci penserai dopo, ora è più
importante fermarlo.
Jack
calcia lontano il tuo scudo, ma tu non ci pensi: gli salti addosso solo per
prenderti un pugno in faccia. Te lo aspettavi e riesci ad accompagnare il
colpo, ma quello che ti fa davvero male è il tuo orgoglio: a Rogers non sarebbe
successo, ne sei certo.
American
Dream balza anche lei contro il comune avversario che se ne sbarazza
facilmente, proiettandola sopra la sua testa e facendola finire contro il
Maggiore Libertà.
Dannazione,
pensi, lo spazio ristretto è uno svantaggio per noi, mentre lui riesce a
sfruttarlo a suo favore. Decidi di parlargli:
-Ascolta Jack… tu sei Jack Flag, giusto? Perché
stai facendo tutto questo. Tu sei uno dei buoni, hai combattuto fianco a fianco
con Capitan America… con l’uomo che portava questa divisa prima di me. Come hai
potuto dimenticare tutto quanto per diventare una macchina di morte? Tutto
questo non sei tu, Jack, tu non sei un assassino, sei un eroe.-
-Solo la missione conta…- replica Jack -… e la
mia missione è uccidere Spirito Libero… è una traditrice, va eliminata.-
La
sua mano trema, la sua risoluzione sta vacillando.
-Traditrice di chi o di cosa? Spirito Libero è
un’eroina, ha sempre combattuto la buona battaglia… esattamente come te…
uccidere è sbagliato, Jack e tu lo sai. Non c’è lavaggio del cervello che può
fartelo fare se tu non vuoi.-
-Io… non cercare di confondermi… io devo…
devo…-
La
mano trema più visibilmente adesso. Lo vedi esitare. Il conflitto al suo
interno si fa più forte. La stretta sull’arma si fa sempre più debole.
Il
pugno del Maggiore Libertà lo coglie di sorpresa e lo stende.
-Non era necessario.- esclami –Lo avevo quasi
convinto.-
-Davvero?- replica il Maggiore Libertà –Beh,
quasi non è abbastanza per me. Meglio non correre rischi. Se quando si
sveglierà sarà tornato normale, mi scuserò con lui, tranquillo.-
-Approvo.- è il
commento di U.S.Agent, che si è appena risvegliato.
O
il suo fisico superpotenziato lo ha protetto dagli effetti letali dell’arma a
raggi o Jack ne ha tenuto la potenza al minimo durante il suo primo assalto.
Speri che sia vera la seconda ipotesi o per Jasper Sitwell e Henry Peter Gyrich
non ci sarà niente da fare. I fievoli lamenti che senti provenire dai due a
terra ti rassicurano.
--In certi casi è
meglio prima colpire e poi fare domande.- sta finendo di dire U.S.Agent.
-Voi due siete
proprio simili, sapete?- ribatte American Dream –Siete andati alla stessa
scuola?-
-Non sono sicuro che
mi piacciano le ragazzine impertinenti.- dice sogghignando il Maggiore –Mi
chiedo come pensasse di uscire di qui dopo tutto questo casino.- continua
indicando il giovane steso a terra –
-Forse non gli
importava di andarsene da qui dopo aver compiuto la sua missione.- risponde
American Dream.-O non importava a chi l’ha mandato.-
-E chi è comunque?-
chiede Agent rivolto a Spirito Libero –L’hai chiamato Jack, vuoi dire che è
davvero…-
-Jack Flag.- conclude
Spirito Libero –Un amico... un eroe.-
-Davvero?- commenta
il Maggiore Libertà –Allora avete uno strano concetto di eroe oggi, rispetto ai
miei tempi.-
E non puoi non chiederti se non
abbia ragione in qualche modo.
Molto lontano da lì, nel luogo
chiamato Isola del Teschio, Eric Koenig, già membro degli Howling Commandos ed
ora dello S.H.I.E.L.D. attende. Ha provato a fuggire, ma non ci è riuscito. Non
è nel suo stile accettare supinamente la morte: combatterà per sopravvivere,
questo è certo, ma cosa ha davvero in serbo per lui il Teschio Rosso? Ha
parlato di caccia, ma Eric non è disposto a fare la parte della preda indifesa.
Nick e gli altri lo staranno già cercando, ne è certo, ma lo troveranno in
tempo?
Tombe. Negli ultimi tempi a Steve
sembra di visitare solo tombe di persone a lui care. Anna Kapplebaum, Peggy
Carter, l’altro Steve Rogers ed ora Connie Ferrari. Quanta gente ha visto
morire nella sua vita? Di quanti amici ha trovato le lapidi durante le sue
visite al cimitero di Arlington? Il conto di quelli che ha salvato pareggerà
mai quello di coloro che non ha potuto o saputo aiutare? È stato un illuso a
sperare di lasciarsi la violenza alle spalle: la violenza lo ha comunque raggiunto
ed ha toccato le persone a lui vicine… e questo lo riporta a Connie Ferrari.
Anche se fosse stato a New York
quando è stata uccisa non sarebbe cambiato niente, lo sa bene: contro il
proiettile di un cecchino ben addestrato non c’è scampo, una lezione che ha
imparato tanto, troppo, tempo fa, sui campi di battaglia. eppure questo non
cancella il suo senso di colpa. Lui non c’era nemmeno quando l’hanno seppellita
e qui, in questo piccolo e quieto cimitero di Brooklyn può solo versare una
lacrima e salutarla per l’ultima volta.
5.
La sera cala sulla città e le mille
luci della Grande mela si accendono. Quelle all’interno del Consolato Wakandano
illuminano una grande festa. Il sovrano di Wakanda annuncia il suo fidanzamento
ufficiale e prossimo matrimonio con l’ex cantante di colore Monica Lynne. Un
evento a cui molti amici e buoni conoscenti di T’Challa, altrimenti noto coma
Pantera Nera, non hanno potuto esimersi dal partecipare.
Sam
Wilson entra nel salone sfoggiando un impeccabile smoking con giacca bianca. In
un posto del genere, spera, non ci dovrebbe essere pericolo che lo scambino per
un cameriere. Al suo fianco, elegantissima, la dottoressa Claire Temple.
-Mi sento
terribilmente a disagio, qui.- sta dicendo lei –Ho dovuto tirar fuori
quest’abito dalla naftalina. È già una fortuna che sia riuscita ancora ad
entrarci dentro.-
-Sciocchezze.- taglia
corto Sam con un sorriso –Stai d’incanto. Ti stanno guardando tutti.-
-Adulatore.- ribatte
Claire –Io credo invece che stiano facendo commenti sul mio grasso sedere.-
-Che non è affatto
grasso, anzi io direi…-
-Lascia stare, non
voglio saperlo. Piuttosto, mi chiedevo… Re T’Challa è un Vendicatore, giusto?
Deve conoscere un bel po’ di supereroi, immagino. Pensi che ce ne siano un po’
in incognito qui?-.
Bella domanda, lo stesso Sam se la
stava ponendo. Lui stesso è un supereroe nei panni di Falcon e ne conosce
parecchi. Non di tutti conosce le identità segrete, compresi alcuni dei suoi
compagni Vendicatori.
-Ci sono sicuramente
e non tutti esattamente in incognito, Claire.- risponde –Quelli laggiù sono i
Fantastici Quattro e là c’è Iron Man nella sua lucente armatura.-
-E quello è Tony
Stark?- aggiunge Claire.-Chi è la rossa con lui? Uno delle sue ultime fiamme?-
-Uh… non so… credo
che sia una dei suoi dirigenti. Pepper Qualcosa.-
-Giusto. Devo aver
letto che hanno adottato un bambino insieme. Magari stavolta è una cosa seria.-
Sam
si ritrova a pregare per un diversivo che lo sottragga a questo genere di
chiacchiere. Il gossip non è esattamente il suo genere e a dire il vero pensava
che non fosse nemmeno quello di Claire. Forse è davvero nervosa.
E il diversivo arriva, ma Sam
potrebbe pentirsi di questo. Due ospiti si stanno facendo largo verso di loro:
un uomo ed una donna entrambi neri. Sam li conosce bene: lui è un senatore con
arie da radicale che ha abbandonato il nome con cui è nato per assumerne uno
africaneggiante, Kamal Rakim. Una scelta che potrebbe non essere apprezzata dai
suoi elettori di questi tempi, ma lui non sembra darsene pensiero, La donna è
sua moglie e la madre di due gemelle. Usa ancora il suo nome da ragazza, Leila
Taylor, e non si può definire una sconosciuta per lui: l’amava non molto tempo
fa e lei amava lui. Curioso come le cose possano cambiare in così poco tempo e
curioso anche come il suo battito acceleri quando la vede. Può solo sperare che
Claire non si accorga dell’effetto che Leila ha su di lui in questo momento.
--Buonasera Sam,
felice di vederti qui.- lo saluta Rakim –Hai riflettuto sulla mia proposta di
candidarti alla Camera dei Rappresentanti?-
-La sto
considerando.- replica pacato Sam –Ma stasera non voglio parlare di lavoro.-
-Oh certo, sono un
vero maleducato: non mi sono nemmeno presentato alla tua deliziosa
accompagnatrice. Io sono il Senatore Kamal Rakim e questa è mia moglie Leila.
Lei, se non sbaglio, è la dottoressa Claire Temple, dirigente di un ambulatorio
medico gratuito a Hell’s Kitchen.-
-Sono… sono lusingata
che mi conosca.- replica, impacciata, Claire.
-Oh, mi tengo sempre
informato sui membri più interessanti della comunità di colore. Sam ha fatto
bene a portarla con se. Del resto ha sempre avuto buon giusto in fatto di
donne, non è vero Leila, mia cara?-
-Se lo dici tu.- è la
gelida risposta di Leila Taylor.
Sam comincia a sentirsi decisamente
imbarazzato. In un altro ambiente avrebbe senza dubbio sferrato a Rakim un bel
pugno sul naso.
Claire, invece, manifesta
decisamente un bell’aplomb.
-A quanto pare
conosce bene T’Challa di Wakanda, senatore.- dice.
-Oh certo. Io e lui
siamo vecchi amici. Abbiamo frequentato la stessa università. Certo lui era uno
studente molto più brillante di me.-
-Non stento a
crederlo.- ribatte Claire.
Un’impressione o sul volto di Leila
è comparso un sorrisetto.
-Ora dobbiamo andare,
scusateci.- interviene –Dobbiamo ancora salutare T’Challa. È stato un piacere
rivederti, Sam, come sempre.-
-Anche per me,
Leila.- replica lui.
Dopo che si sono allontanati Sam
commenta:
-Non riesco a capire
il comportamento di Rakim. Di solito è un arrogante figlio di buona donna, ma
uscite come quella di stasera non sono nel suo stile.-
-Secondo me è solo
geloso.-
-Di me?-
-Credi che non abbia
visto le occhiate tra te e sua moglie? C'è stato qualcosa tra voi, vero?-
-Come l’hai capito?-
-Non sono una
stupida: sarebbe stato evidente per chiunque con un minimo di cervello. Credo
che lui abbia paura che non sia davvero finita tra voi… è vero?-
-Non per quanto mi
riguarda.- replica Sam, sperando di esser convincente
-Me lo auguro. Odio
essere la seconda scelta. Sta tranquillo, comunque, non farò scenate. Dopotutto
ho anch’io i miei scheletri nell’armadio e stavo giusto sperando di non
incontrare nessuno dei miei ex a questa festa… oh oh… ho parlato troppo
presto.-
Poco distante, un uomo di colore
sorride all’indirizzo di Claire e solleva una coppa di champagne a mo’ di
saluto.-
-Conosci Bill
Foster?- chiede, sorpreso, Sam.
-Dovrei.- replica la
donna –dopotutto è il mio ex marito.-
William Barrett Foster, eminente
biochimico, nonché supereroe a tempo perso col nome di Golia Nero, sorride e
poi torna a sorseggiare il suo champagne. Claire è sempre bellissima, pensa.
Quanti anni sono passati dalla fine del loro matrimonio? Potrebbero essere più
di trenta per come si sente. Come ha potuto essere così stupido da farsi
sfuggire una donna simile? Risposta facile: erano entrambi troppo giovani,
impreparati alla vita in comune e già allora troppo presi a costruirsi una
carriera. Sarebbero diverse le cose se ci riprovassero oggi? Domanda
sterile: le loro vite sono troppo
diverse ormai.
-Chi è la donna che
hai salutato?- chiede la sua accompagnatrice, l’ex hostess e modella Celia
Jackson.
-Uno spettro del
passato.- risponde Bill.
-Uno spettro molto in
carne.- è la replica di Celia.
Bill ride.
-Ma pur sempre uno
spettro, tranquilla Celia, non fare la gelosa.-
-Non sono gelosa. So bene
che non abbiamo più una storia e che mi hai chiesto di venire solo perché Talia[4]
non è più disponibile. Scusa: sono una stupida, non avrei dovuto dirlo.-
-Tranquilla Celia,
non mi sono offeso. Non hai torto: preferirei davvero che lei fosse qui, perché
questo vorrebbe dire che è libera dalla maledizione di Venom ed anche dalla sua
leucemia, magari,-
Celia gli stringe la mano.
-Sei un grand’uomo,
Bill. Non molti avrebbero questi pensieri per una donna che, posseduta da un
alieno o meno , l’ha quasi ucciso.-[5]
-Grazie Celia. Mi fa
piacere sentirtelo dire, anche se non sono davvero sicuro che tu abbia
ragione.-
Bill
rimane silenzioso per un po’, poi chiede all’amica:
-Ora che la Kruma
International è stata rilevata dalla REvolution stavo pensando di accettare un
posto di ricercatore nella Costa Ovest. Verresti con me?-
Celia lo guarda sbalordita.
-Sei sicuro di quello
che stai dicendo?- chiede.
-Si… credo di si.
Abbiamo bisogno entrambi di ricominciare da capo. Non ti sto chiedendo una
promessa per la vita: solo un tentativo.-
-Ci… ci penserò
seriamente, te lo assicuro. Ora, però, che ne dici di farmi ballare e di
pensare al domani… domani?-
Everett K. Ross si aggiusta il
papillon e poi si rivolge alla donna bionda al suo fianco:
-Ammettilo tigrotta,
hai appena fatto centro.-
-Scusa? Cos’hai detto
Ross?- ribatte Nicole, Nikki, Adams, suo ex capo di quando Ross era
nell’Ufficio Protocollo del Dipartimento di Stato.
-Nulla, stavo citando
solo una battuta della mia attrice preferita.-
-Tu hai un’attrice
preferita? Credevo che le sole attrici che preferisci fossero quelle che come
sola battuta hanno dei mugolii e per costumi la loro pelle.-
-Donna di poca fede.
Ho una cultura io. Ho l’intera collezione di DVD di “Secret Hospital” a casa.-
-Ah, mi pareva strano.-
-Ammettilo Nikki: sei
così acida solo perché ti ho portato al party di fidanzamento del tuo ex dei
tempi della scuola.-
-Te l’ho già detto,
Ross io e T’Challa non stavamo affatto insieme ai tempi dell’Università.
Eravamo solo… solo…-
-Amici di letto? Su,
a me puoi dire la verità: ti brucia non esser potuta diventare la prima regina
bianca del Wakanda.-
-Ross, se non temessi
di scatenare un incidente diplomatico, ti ucciderei seduta stante. Anzi,
ripensandoci, T’Challa mi sarebbe grato se lo facessi, probabilmente.-
-Su,su, Nikki. Ti ho
mai detto che sei bellissima quando ti arrabbi?-
6.
È sulla moto con
Bucky, l’aereo telecomandato è davanti a loro, ancora abbastanza vicino. Un
ultimo sforzo e saltano. Bucky raggiunge l’aereo.
-Posso farcela,
Steve… posso…-
-Sta per esplodere
Bucky, salta… SALTA!-
Il bagliore dell’esplosione,
l’ultimo urlo, la caduta, il gelido abbraccio delle fredde acque del Canale
della Manica ed infine l’oblio.
Steve Rogers si sveglia di colpo.
Era da tanto che non aveva questi incubi, ma ultimamente sono ritornati. Sapere
che Bucky è vivo ha risvegliato brutti ricordi. Ma se si fossero sbagliati? Se
questo fosse solo un contorto piano di qualche suo nemico? No: lui l’ha visto:
era lui, non un impostore, non un’illusione, non un LMD.[6]
Bucky Barnes è vivo e lui lo troverà.
Ormai è quasi l’alba, tanto vale
alzarsi. Steve si prepara una frugale colazione come è sua abitudine. Sta
versando il latte sui cereali quando squilla il telefono. Riconosce
immediatamente il numero.
<<Steve, sono
Sharon.>>
-Lo so. Dimmi.-
<<Ho pensato
alla tua proposta… accetto.>>
Per la prima volta da tempo Steve ha
voglia di sorridere.
Guardi il giovanotto disteso su un
lettino nell’infermeria del F.B.S.A. e ti rivolgi a Spirito Libero.
-Gli hanno fatto il
lavaggio del cervello, dunque? Dici che ci hanno provato anche con te, cosa
ricordi?-
-Molto poco.-
risponde Cathy Webster –Solo adesso comincia a riaffiorare qualcosa. Fino ad
ora era come se avessi un blocco che mi impedisse di ricordare.-
-Cosa ricordi?-
chiede U.S.Agent.
-Voci… un ambiente
oscuro... un luogo… lo chiamavano… l’Ospedale.-
Mike Rogers si rivolge a Will Mace.
La sua voce è fin troppo tranquilla mentre dice:
-Tutto è cominciato
col Progetto Rinascita. Dopo la morte del Professor Erskine, il Governo ci ha
provato varie volte a replicarlo, ma non ha avuto praticamente successo. Il
Progetto è proseguito, una sua branca è divenuta il Progetto Arma Plus, ma non
c’era solo questo: qualcuno volle andare più oltre. Ti faccio una domanda,
Dottor Mace, hai mai sentito parlare del Progetto MK-ULTRA?-
-MK-ULTRA?- esclama
Will –Oh No!-
-Oh si, purtroppo.-
E Will Mace capisce che la questione
è davvero seria.
FINE
SECONDA PARTE
NOTE
DELL’AUTORE
Con il prossimo episodio entreremo
nel vivo della storia e vi promettiamo che avrete anche un bel po’ di azione.
Nel frattempo, un po’ di informazioni:
1)
Il Progetto MK ULTRA era un progetto
segreto della C.I.A. per realizzare tecniche di controllo mentale su soggetti
umani. Fu iniziato nel 1953 per ordine del leggendario Direttore della C.I.A.
Allen Dulles ed abbandonato nel 1973 per ordine dell’allora direttore Richard
Helms, che ordino anche la distruzione della maggior parte della documentazione
che lo riguardava. Una delle tante teorie della cospirazione sostiene che una
delle mete del progetto fosse creare degli assassini “dormienti” da attivare a
comando. Nulla di tutto ciò è stato mai provato con sicurezza, ma è stato
oggetto di varie opere di fiction (alcune storie di Martin Mystere ad esempio).
Chi può dire dove si ferma la realtà e comincia la fantasia?
2)
Il ricevimento per il fidanzamento di
Pantera Nera appare in molte storie scritte dal sottoscritto e non solo mi
auguro. State tranquilli: verrete tempestivamente informati della data e luogo
del matrimonio. -_^
3)
Abbiamo, io credo, già parlato di Claire
Temple. Questa dottoressa dal caratterino pepato è stata il primo interesse
sentimentale di Luke Cage ai tempi gloriosi della sua storica serie del 1972.
In seguito si scoprì che era stata sposata con Bill Foster, che proprio in
quell’occasione fece il suo debutto come
Golia Nero (in Luke Cage Power Man #25 in Italia su Capitan America, Corno,
#93). In seguito anche la storia con Luke finì e Claire è sparita nel limbo
editoriale finché io non l’ho ripescata.
4)
Celia Jackson, è un’hostess che è stata
l’interesse sentimentale di Bill Foster nella sua breve serie del 1976
ambientata a Los Angeles, che vedeva Bill come direttore della filiale
californiana dell’allora Stark International. In seguito i due si erano
separati ed ora che la fiamma covi ancora sotto la cenere? Lo saprete se e
quando le avventure del Golia Nero saranno raccontate di nuovo da qualcuno.
5)
Nel corso del recente serial del Golia
Nero, in appendice alla serie Vendicatori, abbiamo appreso che Bill ha iniziato
una relazione con Talia Kruma, sua vecchia compagna di lavoro ed ora capo di
una società sua: la Kruma International. In seguito Talia è stata vittima di
avvelenamento da radiazioni e mentre era al Progetto Pegaso in cerca di una
cura è stata aggredita dal simbionte alieno che in passato aveva posseduto il
giornalista Eddie Brock. Il parassita alieno si è fuso con lei rendendola il
nuovo Venom. In questa veste Talia ha poi aggredito Bill che è stato tra la
vita e la morte finché il potere rilasciato dal figlio di Wonder Man e Scarlet
non lo ha guarito assieme a molti altri pazienti dell’ospedale in cui era
ricoverato. Dopo la scomparsa di Talia, la sua società è stata, dietro le
quinte, rilevata dalla REvolution.
6)
Se non sapete chi è Everett K. Ross,
strampalato funzionario del Dipartimento di Stato ed ora membro americano del
comitato di controllo dei Vendicatori per conto del Consiglio di Sicurezza
dell’ONU, meglio lasciar perdere: ci vorrebbe troppo a spiegarvi chi è,
credetemi.
7)
Con questo episodio Steve Rogers cessa
di essere un ospite regolare di queste pagine, ma non preoccupatevi: non
cesserete di vederlo. A parte il fatto che apparirà ancora qui saltuariamente,
Steve sarà a capo di una specialissima unità di crisi: i Vendicatori Segreti,
nella cui nuovissima serie ritroveremo, oltre a Steve, anche Sharon Carter ed
altre vecchie e nuove conoscenze. Non mancate.
8)
A livello di continuity questa storia si
svolge in parallelo a: Vendicatori #81/82, Devil #50 Marvel Knights #49, alla
seconda parte di Iron Man #44 e poco dopo gli eventi narrati in Steve Rogers:
Super Soldier #1/3.
Nel
prossimo episodio: cos’è l’Ospedale? Chi lo controlla? Qual è il ruolo del
Superpatriota in questo? E quale sarà il fato di Eric Koenig? Il solo modo di
avere le risposte è non perdere Capitan America #46, mi raccomando.
Carlo
[1] Federal Bureau of Superhuman Affairs
[2] A proposito dei quali, voi potete leggere un resoconto molto dettagliato su Cap #37/42 e Steve Rogers: Super Soldier #1/3
[3] Acronimo di “Smert Shpionam", ovvero “Morte alle spie”, sezione speciale del NKVD I(il predecessore del KGB), nata per eliminare le infiltrazioni di spie naziste nell’Armata Rossa,. Dovrebbe essere stata sciolta con la fine della guerra, ,ma c’è chi sospetta che abbia continuato ad operare anche dopo, contro le spie occidentali. È stata resa famosa in Occidente dai romanzi di Ian Fleming con protagonista l'agente 007.
[4] Talia Kruma, vecchia amica di Bill e sua ex datrice di lavoro ed attuale “ospite" del simbionte Venom.
[5] In Vendicatori MIT #69.
[6] Life Model Decoy, androidi simil umani altamente sofisticati solitamente impiegati dallo S.H.I.E.L.D.